Presentazione
“LEE AND ME” Documentario di A.Garilli
Novembre 2023
L'ORIGINE
L’origine nasce da una esigenza di Tutto per amore Onlus di sensibilizzare sul tema violenza alle donne, il progetto si è evoluto grazie agli incontri, che mai avvengono per caso con il regista Alessandro Garilli che ha compreso quale voleva essere il nostro messaggio e ha sviluppato una sceneggiatura unica nel suo genere, è stata coinvolta dal regista la casa di produzione Angelika Vision che ha creduto in questa avventura. In questo progetto sono stati coinvolti altri partner che hanno condiviso l’obbiettivo di questo documentario.
- Fondazione Conad ETS
- Regione Lazio ASL
- Casa Circondariale di Velletri
- L’Agone nuovo
- Prof.ssa Maria Rita Parsi psicologa e psicoterapeuta italiana.
- Angelika Vision
- Minerva Pictures
TRAILER
SINOSSI
Strutturato come una graphic novel in bianco e nero, Lee and Me narra le storie dell’americana “Lee” Miller (nota modella, fotografa e fotoreporter del Novecento) e del kosovaro Sami, sex offender attualmente detenuto in carcere. Una donna e un uomo, figli di epoche diverse, che però, a distanza di cento anni, mostrano un segreto e doloroso punto di contatto.
SOGGETTO
Sei detenuti del carcere di Velletri, con il volto sempre celato dal cappuccio di una felpa, accompagnano lo spettatore nel mondo di Elisabeth Miller (detta “Lee”), un’importante fotomodella che, nel 1929, non accontentandosi della propria bellezza, decide di passare dall’altra parte dell’obiettivo divenendo essa stessa fotografa e poi fotoreporter di guerra.
I sei narratori (colpevoli di abusi sessuali) dipingono quindi il ritratto di una persona vincente che riesce a raggiungere i propri obiettivi, in un momento storico in cui alle donne erano spesso ancora preclusi diversi percorsi.
Eppure anche sulla vita di Lee Miller pesa un’ombra che l’accompagna sin da piccola e sul finire della storia i “sex offenders” di Velletri svelano la terribile macchia: un abuso subito da Lee (nel 1914 in una villetta di Brooklyn) alla tenera età di 7 anni.
Dopo questa dura rivelazione, all’interno del documentario, c’è uno cambio di testimone; prende, infatti, la parola Lee Miller che a sua volta ci guida nella spirale da thriller della vita di di Sami (anch’esso attualmente rinchiuso in carcere come sex offender).
Scopriamo dunque che il ragazzo kosovaro, scappato dal mondo del terrore (segnato dalle reiterate botte del padre, dalla pulizia etnica e dai crimini di guerra), all’età di 17 anni scivola nella frequentazione di malviventi e purtroppo commette a sua volta un atto agghiacciante, abusando della piccola piccola Nola (anch’essa di soli 7 anni, proprio come Lee).
Dall’orrore subito a quello commesso, spesso, il passo è breve; più lunga, invece, è la presa di coscienza; così la fotoreporter americana, munita dell’immancabile Rolleiflex (macchina fotografica tedesca) chiude narrando il percorso che ha portato Sami ad essere oggi una persona profondamente pentita e cresciuta sotto il profilo umano.
Durante tutto l’arco del documentario, le vicende di Lee Miller e di Sami sono attraversate dai commenti di Maria Rita Parsi (nota psicoterapeuta, docente, saggista e scrittrice) che affronta i vari temi portando il pubblico nella mente di una bambina (o un bambino) che subisce un abuso e nell’animo di chi invece, “vampirizza una vita”, compiendo violenza sessuale.
L’intero lungometraggio, infine, è trattato come una graphic novel: i narratori, infatti, interagiscono costantemente coi preziosi disegni di Michele e Federico Penco, premiati fumettisti e docenti della Scuola Internazionale di Comics di Firenze.